TARANTO – Stadio del nuoto

luogo
Taranto
Progetto
TARANTO – Stadio del nuoto
Anno
2023
Tipologia
23.01 - Concorso internazionale di progettazione
committente
Comune di Taranto - Regione Puglia
team

RTP

Cecchetto & Associati s.r.l. (capogruppo)

arch. Mauro Sàito

arch. Luca Tommasi

arch. Serena Vassallo

Studio associato START

Tekne s.r.l.

dott. geol. Pietro Lorenzo

collaboratori

Gianluca Angelastri

Laviero Pepe

Vittorio Triggiani

stato
IV classificato
Descrizione

La stratificazione storica nel sito di progetto dell’antica “cinta muraria” urbica e di una “area necropolare” impone una scelta strategica: privilegiare il cono ottico visuale verso il mare. La valorizzazione della sequenza cinematica, Torre d’Ayala – Parco archeologico – Stadio, ha indotto ad orientare in senso longitudinale la giacitura delle due piscine creando un “cannocchiale” verso il mare incorniciato dalle gradinate “appoggiate” al declivio naturale del sito. L’orientamento longitudinale delle due vasche consente:

  • un piano vasca idealmente unico e continuo tra le due piscine;
  • un inserimento naturalmente integrato nell’orografia costiera con un volume compatto addossato al versante di scavo;
  • il mantenimento di un’area libera fronte mare di grandi dimensioni utilizzabile per gli allestimenti di servizi temporanei durante le manifestazioni sportive. Grazie alla possibilità di orientare la tribuna provvisoria anche in senso opposto, si potranno organizzare eventi ludici e culturali con 3000 spettatori;
  • di avere una dorsale distributiva lungo l’asse est/ovest che raccoglie tutti i flussi di accesso;
  • di valorizzare il muro storicizzato esistente, creando un distacco dal retro della Camera di Commercio.

Il nuovo stadio deve cercare di “ricucire” i frammenti urbani con la chiarezza del proprio impianto compositivo che si aggrega ai valori del paesaggio costiero e alle “presenze storiche”. In accordo con le prestazioni ambientali richieste dal PPTR, di seguito i criteri

progettuali utilizzati:

  • Nuotare verso il mare: orientando in senso longitudinale le due piscine e riducendo il più possibile l’impatto del nuovo volume, creando un cono ottico privilegiato verso il mare;
  • Una “balconata” pubblica sull’orizzonte: dal parco archeologico, il muro storico diventa così una “balconata” pubblica che si apre verso l’orizzonte;
  • Una “trincea” che ricuce il contesto frammentato: prevedendo una “trincea”, un’incisione perimetrale in continuità con il muro “storico”, prolungato idealmente, a ricordare antico limite, confine della città. Uno scavo perimetrale che pone la copertura dello stadio quasi in continuità con il parco archeologico retrostante;
  • Ampliare la linea di costa: creando un’area attrezzata con gradini e spazi di sosta, che diventa un affaccio sul mare a supporto dell’attività agonistica o per eventi serali;
  • Sperimentare materiali innovativi ed identitari: travi in lamellare rese più snelle dalla post-tensione, pannelli in xlam per la copertura, miscele di calcestruzzo con inerti locali e una pelle in zinco-titanio che possa trasformare nel tempo la propria semplicità in un valore aggiunto per l’identità dell’ambito.

Si viene cosi a creare un’architettura con due affacci radicalmente diversi: mentre dall’area archeologica il volume è seminascosto e incassato nel terreno, dalla linea costiera questo appare con una vetrata trasparente, senza pilasti, che esprime continuità totale verso il mare. L’involucro esterno è in lamiera stirata in zinco titanio e prevede al suo interno un pannello a discesa verticale, dello stesso materiale, che può arrivare fino a terra, creando una barriera, una schermatura totale dei raggi solari incidenti. L’involucro microforato di sera diventa una “lampada” sul bordo del mare, riconoscibile e visibile a distanza, nella tradizione delle architetture costiere. La proposta persegue l’obiettivo di offrire alla Città di Taranto un affaccio pubblico e diretto al mare da Viale Virgilio: passando attraverso il parco archeologico e percorrendo una rampa discendente si raggiunge la costa fino a un molo a sbalzo sull’acqua. Lo “Stadio del Nuoto” diventa così un’”oasi a mare”, all’interno del tessuto periurbano della città.