BARI – Riqualificazione waterfront P.Perotti

luogo
Bari
Progetto
BARI – Riqualificazione waterfront P.Perotti
Anno
2006
Tipologia
0613 - Concorso internazionale di idee
committente
Biennale di Venezia
team

Mauro Sàito(capogruppo) con V. Cotecchia, L. Damiani, F. D’Elia, T. Farenga, M. Notaristefano, D. Palumbo, N. Tafuni

collaboratori

M. E. Di Giorgio, R. Russo, C. Sgobbo, C. Pulito, A. Fischetti

stato
Concluso
Descrizione

La demolizione della “saracinesca” di Punta Perotti e la richiesta unanime di un “vuoto verde” rendono difficile la riproposizione di un qualche volume, per quanto di valore“pubblico” e significato sacro hic et nunc. In parziale alternativa, la proposta progettuale contempla un luogo di culto destinato ad un’unica fede, distaccato dalla costa, quasi espressione mistica di una nuova mediazione fra cielo e terra. Le trame della “quinta Bari” si ricollegano alla regola degli statuti murattiani, ovvero gli spazi slabbrati del waterfront vengono rimisurati secondo la grandezza conforme connotante l’unica parte di Bari dotata di un’identità caratteristica. Una strada – boulevard lungo il torrente Valenzano collega il Parco con le spine verdi del PRG, sbocca a mare in corrispondenza di un tunnel pedonale sottomarino che porta ad una nuova isola ove sorge la chiesa ecumenica. Posta all’altezza della cittadella Nicolaiana, l’isola si inserisce in un sistema complesso di tutela dell’equilibrio ambientale del waterfront lasciando intatto il profilo costiero e triangolando le emergenze monumentali della città consolidata. All’altezza di viale Magna Grecia avviene l’arretramento del fronte urbano, tramite una sequenza “palazzata” in pietra posta sul limite della ferrovia, dotata di un’estensione a mare dissimulata nella duna costiera. Entrambe le strutture sono destinate ad ospitare la facoltà di teologia, albergo, attrezzature urbane per l’accoglienza dei pellegrini, residenze. Il Parco del litorale è caratterizzato da un reticolo ippodameo di “stanze urbane a dominante verde” che ingloba l’area del Sacrario e contestualizza la futura sede regionale. Fra il bosco sacro di ulivi, i filari di cipressi e le dune della spiaggia, l’accesso all’isola passa sotto una struttura a ponte, destinata a convento ortodosso, aperta sul torrente Valenzano, coperta con giardini pensili. La chiesa sull’isola ospita nella parte ipogea le cappelle di confessione ortodossa con accesso indipendente e veduta diretta sul mare. La chiesa superiore è collocata all’interno di un blocco di pietra scavato da uno spazio centrale cilindrico coperto a cupola. Il recupero delle antiche tradizioni costruttive in pietra – dimensioni del concio, tessitura esterna a fronte di cava, posizionamento a secco delle lastre – dialoga con gli attuali standard strutturali ed impiantistici.