S. Dierna (capogruppo), Mauro Sàito, M. Montemurro, M. Strickner

Davanti al vuoto dell’area della ex-ferrovia si contrappongono due parti-idee di città incomplete, il retro indefinito della città novecentesca appoggiata all’asse perimetrale della via Appulo-Lucana, ed alcuni edifici-oggetti in attesa di definizione. Il tema è la ricerca di un “sistema di luoghi” urbani significante, a cavallo fra città nuova e città storica, che simbolicamente includa, storicizzandolo, come elemento interpretativo della discesa verso la città antica, l’edificio della stazione ferroviaria, da cui inizia la descrizione di Carlo Levi, con gli occhi della sorella, della sua prima visita a Matera, di quel luogo terribile e intrigante costituito dai Sassi, che il suo libro avrebbe contribuito a far conoscere, fino ad avviare il lungo processo di trasformazione urbana di Matera. Alla tradizionale impostazione della costruzione della città “per pieni”, abbiamo voluto sostituire una riflessione progettuale “per vuoti” come griglia strutturante lo spazio urbano: strade, piazze, piazzette, recuperano un senso di aggregazione compositiva e sociale oggi dispersa, e caratterizzano una continuità, ricercata, della attuale progettazione con la “nuova tradizione” della migliore urbanistica del dopoguerra, a Matera. Una piazza nuova che raccolta intorno agli edifici istituzionali e civili, per la creazione di uno spazio urbano ricco di valori di uso e di scambio, si rappresenta con delle espressioni fisiche fortemente legate ad episodi della vita urbana della città nella storia, recuperando materiali e forme dalla doppia identità, antica e moderna, della città di Matera.